venerdì 4 dicembre 2009

3 - I Basterds, gli Outsiders e i prepartita di Ron Ron

I Celtics e i Lakers si assomigliano: no, non parlo del gioco, nè degli uomini che lo interpretano, ma della capacità di macinare vittorie lasciandosi alle spalle momenti difficili.
Mi ricordano i "Basterds" di Tarantino: passano sorridendo sopra gli avversari e si portano via lo scalpo.
Boston è 8-1 quando gioca fuori casa, nonostante la zavorra Wallace, sempre più lontano dal Rivers-pensiero.
I Lakers hanno preso due batoste consecutive a metà Novembre; da li hanno ripreso a scherzare con gli avversari.
Non ricordo una stagione giocata da Bryant in questa maniera: circus shots a raffica, controllo totale della situazione attorno a lui, pressione al minimo storico (per quanto possa scendere in un personaggio come Kobe, che farebbe fatica a lasciar vincere, per gioco, persino la figlia Diamante) e fiducia nel roster mai a questi livelli.
Rabbrividiamo.

Due che vincono ma non fanno paura sono Phoenix e Denver. Perchè?
Partiamo dall'Arizona: Gentry ha rispolverato il vecchio sistema D'Antoniano, riproponendo un lungo tiratore alla Tim Thomas (Frye) che apre spazi immensi ad Amare (mi perdonerà se lo chiamo con il vecchio nome, probabilmente anche lui non ha le idee ben chiare sull'argomento) sotto canestro e permette a J-Rich e Grant Hill, sempre divino, di portare le guardie meno fisiche in post basso. Nash non forza nulla e gioca con una sobrietà d'altri tempi e Barbosa, rotto al momento, è tornato il motorino che conoscevamo prima della cura Kerr.
I problemi mi sembrano soprattutto due:
1) La panchina: Dudley finora ha retto con dignità, giocando discretamente i due ruoli di ala, ma rimane impresentabile quando si arriva ad Aprile, periodo storicamente avverso anche a Barbosa, che tende a scomparire dal secondo turno in poi. Dragic rimane da verificare ad alti livelli, e i lunghi non offrono garanzie di alcun tipo.
2) Il sistema: D'Antoni provò a vincere tutto giocando alla stessa maniera ma con un Nash più giovane e giocatori diversi ma, probabilmente, più adatti a correre in continuazione (The Matrix), e a fermare alcuni avversari specifici (Kurt Thomas per i lunghi, Raja Bell per i piccoli). Si arrivò molto vicini al traguardo finale, ma non se ne fece nulla. Perchè questa volta, senza una panchina degna e con un Nash più vecchio?

Denver è spumeggiante: corre, schiaccia, salta, si diverte. Melo ha voglia di vincere, e se riesce a farlo prima di Lebron, ancora meglio.
Ma, nonostante un Billups glaciale e nuova linfa dalla panchina (Andersen mai così bene, Lawson che, come previsto, è adattissimo al run&gun di Karl), sembrano lontani dal poterne vincere 4 su 7 contro i Lakers e/o contro gli Spurs.
Se vuoi arrivare fino in fondo, devi pensare che andrai ad affrontare, al primo turno, squadre come Utah, Houston e Dallas, che quest'anno ti portano almeno a gara 6. Dopodichè ti aspettano le corazzate.
Sembra troppo dura, perfino per i volenterosi Nuggets.

Chiudo con una battuta: Ron Artest ha ammesso di aver assunto sostanze alcoliche prima della palla a due, ai tempi della sua militanza nei Bulls.
Non mi stupisce il fatto di per sè, dati i televisori frantumati e le vicende trascorse, ma il fatto che Ron Ron (Nomen omen) ne parli al passato.
Caro True Warrior,toglimi una curiosità: quando avresti smesso??
Perchè qui non se n'è accorto nessuno!!

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